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Novembre in cantina: cosa succede davvero durante questo mese di transizione

Novembre è uno dei mesi più particolari dell’anno per chi lavora con vini prodotti su suoli vulcanici nell’area sud di Roma e lungo l’Agro Romano. È il periodo in cui la vendemmia è ormai conclusa e la vigna entra nel riposo vegetativo, mentre in cantina si affronta una fase delicata fatta di assaggi continui, monitoraggio delle fermentazioni spontanee e prime decisioni tecniche sull’annata.

Questo articolo descrive in modo semplice e ordinato cosa accade in questo mese, quali processi si verificano nelle vasche, come evolve la materia prima e quali elementi diventano indicatori importanti per l’intera annata.

Novembre: il mese dopo la vendemmia

Con la vendemmia ormai chiusa, novembre segna il passaggio dalla fase operativa a quella di analisi.
I grappoli non sono più in vigna e l’attenzione si sposta completamente sulla trasformazione del mosto.

Gli obiettivi del mese sono tre:

  • monitorare le fermentazioni ancora attive
  • controllare la stabilità dei vini giovani
  • valutare la prima evoluzione aromatica e strutturale dell’annata

Il clima fresco e l’umidità tipica di questo periodo agevolano un’evoluzione lenta e regolare.

Il comportamento dei suoli vulcanici a novembre

I suoli pozzolanici e vulcanici dell’Agro Romano reagiscono in modo prevedibile alle prime piogge autunnali.
Assorbono l’acqua in profondità senza creare fango, ristagni o compattazioni.

Effetti principali:

  • migliore ossigenazione
  • radici che iniziano il riposo senza stress idrico
  • equilibrio naturale senza interventi meccanici
  • conservazione della struttura del terreno

Questa condizione permette di ridurre al minimo qualsiasi lavorazione del suolo.

La vigna entra in riposo vegetativo

Durante novembre la vite riduce gradualmente l’attività:

  • le foglie ingialliscono e cadono
  • la pianta accumula riserve nelle radici
  • il metabolismo rallenta
  • il vigneto diventa più stabile e meno sensibile

Non si eseguono lavori invasivi.
Il vigneto viene semplicemente osservato per capire come ha reagito all’annata e per programmare eventuali interventi invernali.

 

Fermentazioni spontanee: la fase più delicata

In cantina, novembre coincide con la parte finale delle fermentazioni spontanee.
I lieviti indigeni continuano a lavorare lentamente grazie alle temperature più basse.

Punti chiave del mese:

  • controllo giornaliero delle densità
  • assaggi frequenti
  • monitoraggio di eventuali riduzioni o ossidazioni
  • valutazione del comportamento di ogni vasca

Non si applichano correzioni invasive.
Ogni fermentazione viene accompagnata senza accelerazioni forzate.

Differenze tra bianchi e rossi durante novembre

Vini bianchi

Le fermentazioni sono quasi sempre concluse.
In questa fase si osservano:

  • nitidezza aromatica
  • acidità residua
  • eventuali fondi da lasciare depositare
  • prima limpidezza naturale

Non si effettuano travasi anticipati.
L’obiettivo è lasciare che i mosti si stabilizzino da soli.

Vini rossi

I rossi attraversano una fase di compattazione:

  • il colore si concentra
  • i tannini iniziano ad organizzarsi
  • la parte aromatica si definisce

Il Montepulciano, in particolare, va monitorato con attenzione perché a novembre mostra già il suo potenziale strutturale.

I primi travasi: quando e perché

Novembre è il mese in cui si valuta se intervenire con i primi travasi.
Non si tratta di un’operazione automatica, ma di una decisione tecnica basata su:

  • intensità dei profumi
  • eventuali note fermentative residue
  • stabilità microbiologica
  • comportamento dei lieviti sul fondo

Un travaso troppo anticipato può indebolire la struttura.
Uno troppo tardivo può lasciare composti indesiderati.
Per questo ogni vasca viene analizzata singolarmente.

L’analisi dell’annata a novembre

Questo mese permette di capire l’impronta dell’annata appena vendemmiata.

I criteri osservati sono:

  • equilibrio tra acidità e corpo
  • pulizia aromatica
  • comportamento del mosto sui suoli vulcanici
  • tenuta delle fermentazioni spontanee
  • differenze tra parcelle

Queste informazioni servono per decidere in seguito:

  • quali partite tenere separate
  • quali uvaggi valutare
  • quali vini destinarle alle diverse etichette

I vini bianchi su suolo vulcanico in questo periodo

I bianchi prodotti su terreni vulcanici tendono a mostrare già a novembre:

  • freschezza evidente
  • profilo agrumato
  • struttura lineare
  • mineralità naturale

Le varietà che reagiscono meglio in questo mese sono:

  • Malvasia Puntinata
  • Grechetto
  • Trebbiano

Sono vini che iniziano a mostrare la loro identità molto presto.

I rossi e la fase di compattazione

Nei rossi, novembre è il mese in cui:

  • si definisce la parte tannica
  • si osserva la profondità del colore
  • emergono le prime note di frutto
  • si capisce il potenziale dell’annata

Montepulciano, Syrah e Merlot rispondono in modo diverso alla temperatura di questo periodo, ma tutti attraversano una fase decisiva per capire struttura e intensità.

Nessuna forzatura tecnica

Il mese non prevede:

  • filtrazioni anticipate
  • chiarifiche
  • uso di legno
  • tecniche di stabilizzazione forzata

Il lavoro è basato solo su osservazione, assaggi e piccoli interventi mirati.

Il risultato è una lettura pulita e naturale dell’annata, senza modificare il profilo varietale.

Novembre come mese di previsione

Senza prendere decisioni definitive, novembre permette comunque di prevedere:

  • la direzione aromatica
  • l’evoluzione tannica
  • la gestione dell’acciaio nei mesi successivi
  • il potenziale delle singole vasche

È un mese tecnico, silenzioso e fondamentale per comprendere l’annata nel suo insieme.

Novembre è un po’ il mese di transizione anche per noi.

Sennò sembra che pensiamo solo al vigneto e alla cantina.

È un po’ così, anche quando siamo rilassati ci scopriamo a pensare come potremmo trattare quella vigna o quale evoluzione potrà avere quel vino.

Ma nello stesso tempo è un mese in cui abbiamo più tempo per fare le cose con più calma e tempi più dilatati.

Inoltre è il mese in cui partecipiamo al mercato dei vini dei vignaioli FIVI. Il nostro tatuaggio indelebile. L’unica manifestazione del vino di un certo livello a cui partecipiamo e che è diventata per noi parte integrante del nostro modo di fare e pensare il vino.