Non puoi fare un lavoro che ti piace senza passione. E la passione ti fa diventare cieco nei confronti di tutto ciò che ti dovrebbe far scernere tra giusto e sbagliato, tra conveniente e sconveniente, tra educato e maleducato, tra troppo lavoro e scarsa economicità, a cercare il bello in ogni sprazzo del tuo lavoro.
Bisogna dare prima di ricevere. È il concetto che più si addice alla creazione di un prodotto artigianale, manuale, quale può essere il vino, ma anche qualsiasi altro prodotto artigianale. Devi pensare una vigna prima di realizzarla, e dove è già realizzata devi pensare come modificarla senza stravolgerla.
Affidandosi a soluzione esterne compi errori con leggerezza, tanto poi c’è qualcuno o qualcosa che pone rimedio a quegli errori. I risultati ottenuti sono perfetti dal punto di vista degli altri e di certi canoni, ma spesso ti lasciano un vuoto inspiegabile. In buona sostanza crediamo che è inutile rincorrere la PERFEZIONE assoluta con mezzi e strumenti anche furbeschi, ma che forse è più utile (per la nostra soddisfazione personale sicuramente si) ottenere una buona qualità senza scorciatoie, senza furberie, con coerenza di fatti e pensieri.
La SEMPLICITÀ rende qualcosa fruibile nell’immediato, senza banalizzare nulla. Non c’è necessità, e non se ne deve sentire il bisogno, di qualcuno che ti spieghi qualcosa che è talmente semplice che puoi capire da solo dove ti vuole condurre quel messaggio, quel prodotto o quell’idea. Questo non significa che dietro la semplicità non ci sia un lavoro complesso di ricerca, di studio. Quante sperimentazioni (in silenzio), quanti ripensamenti (con dolore a volte, altre con gioia), quanto studio c’è dietro quel prodotto. Per non parlare dei vaffanculo distribuiti, ma questo fa parte del carattere. Inoltre chi si avvicina a quel prodotto, che appare SEMPLICE, trova automatico apprezzarlo o meno, in quanto non sente la barriera di una complessità che potrebbe spaventare. La leggerezza, la spensieratezza della SEMPLICITÀ dona agli altri senza essere sempliciotti banali e insignificanti.
Il vino è SEMPLICITÀ
Noi siamo semplici agricoltori prestati al mondo del vino
Il vino è SEMPLICITÀ se seguito passo passo nel formarsi, evolversi e maturare. Non occorre intervenire, o non intervenire, a sproposito. È necessario trovare il momento adatto per ogni passaggio. Ad esempio non si può dire a priori che un vino deve sostare sulle fecce per “ x” mesi , mentre si può dire, anzi si deve dire e (soprattutto) fare, che un vino deve sostare sulle fecce fino a quando queste hanno qualcosa da dare, di positivo, al vino. Ogni vino e ogni stagione hanno una necessità diversa, è la natura che lo stabilisce.
Lasciamo ad altri, anche perché non ne siamo capaci, operazioni di marketing sfrenato. Servono a distrarre il consumatore da quello che veramente è il vino: una bevanda. Saporita, odorosa , inebriante, ma sempre una bevanda. Può aiutare a migliorare un pasto, ma di sicuro non lo può sostituire.
Il nostro vino non può essere definito naturale. Primo perché c’è intervento umano per trasformare l’uva in un vino che possa essere definito tale, secondo perché non ci sono parametri certi e oggettivi per definire naturali quei vini che abbiano subito certi interventi. Noi siamo semplici agricoltori prestati al mondo del vino e pensiamo che l’agricoltura serva ad essere usata senza troppi aggettivi nella sua SEMPLICITÀ e nelle sue IMPERFEZIONI.