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Vendemmia 2025 a Casale Certosa: equilibrio, attesa e rispetto della terra

La vendemmia a Casale Certosa non è mai un momento qualunque. È il risultato di un anno intero di lavoro tra i filari, di scelte quotidiane fatte con pazienza, osservando la vigna e assecondandone i ritmi. Anche nel 2025, i fratelli Antonio e Fausto Cosmi hanno mantenuto la loro linea: nessuna corsa, nessun compromesso, solo il rispetto del tempo giusto per ogni grappolo.

Un’annata equilibrata e generosa

Il 2025 si è presentato come un anno complesso ma equilibrato. Dopo una primavera piovosa, l’estate ha portato temperature più stabili e un’ottima escursione termica tra giorno e notte, fondamentale per la maturazione aromatica delle uve. I vigneti di Santa Palomba, a sud di Roma, hanno reagito bene grazie ai suoli vulcanici e ben drenati che caratterizzano l’Agro Romano.

Le varietà bianche – in particolare Malvasia Puntinata, Grechetto e Trebbiano – hanno raggiunto una maturazione lenta e regolare, con acidità bilanciata e profumi intensi. Le rosse, Montepulciano e Syrah su tutte, hanno richiesto qualche giorno in più di attesa, ma hanno restituito uve sane e ricche di colore.

Come ogni anno, la vendemmia è avvenuta esclusivamente a mano. “Ci piace decidere grappolo per grappolo,” racconta Antonio, “perché è lì che capisci davvero come sta la vigna.”

Raccolta manuale e vinificazione spontanea

A Casale Certosa la raccolta è un rito. I rimorchi si riempono a ritmo lento, le mani si muovono tra i filari mentre il sole di settembre illumina le foglie ormai dorate. Nessuna macchina automatizzata, nessuna fretta: solo il lavoro diretto e l’attenzione ai dettagli degli operatori.

Le uve vengono portate in cantina in poche ore e vinificate in modo tradizionale. Le fermentazioni avvengono spontaneamente, con soli lieviti indigeni, senza aggiunte esterne. Gli affinamenti restano in acciaio, per preservare il carattere varietale e la riconoscibilità del territorio.

Il 2025 conferma lo stile pulito e preciso che distingue i vini di Casale Certosa. “Il nostro obiettivo è fare vini sinceri, che parlino del posto in cui nascono,” spiega Fausto, che da oltre venticinque anni segue la cantina con rigore e sensibilità.

Un raccolto che racconta la terra

Nei calici, anche quest’anno, si ritroverà la tipica impronta minerale dell’azienda. I terreni di origine vulcanica e pozzolanica di Santa Palomba donano ai vini una freschezza naturale e una spina acida che ne sostiene la beva.

La Malvasia Puntinata 2025 promette un profilo elegante, con note di fiori bianchi e agrumi. Il Trebbiano, base del rifermentato in bottiglia Cosmico, mostra equilibrio e finezza. Tra i rossi, il Luperco – a base Montepulciano – esprime la parte più corposa e matura dell’annata, mentre il Merlot conferma la sua morbidezza.

La vendemmia di quest’anno è stata anche un banco di prova per il continuo lavoro di conversione in biodinamica che i fratelli portano avanti dal 2011. Nessuna ortodossia, solo pragmatismo: utilizzare pratiche che migliorano la vitalità del suolo e riducono al minimo gli interventi esterni.

Dalla vigna alla bottiglia

Il percorso delle uve continua ora in cantina, dove ogni vino seguirà la propria strada fino all’imbottigliamento previsto dalla primavera 2026 in poi. Le prime prove di vasca lasciano intravedere vini equilibrati, con una buona acidità e profumi nitidi.

La filosofia resta invariata: nessuna filtrazione spinta, solfiti ridotti, tempi di affinamento dettati solo dall’evoluzione naturale del vino. È un metodo che richiede pazienza e ascolto, ma che negli anni ha costruito la reputazione di Casale Certosa come una delle realtà più autentiche dell’area romana.

Uno sguardo al futuro

Con la vendemmia 2025 si chiude un altro capitolo nella storia dell’azienda. Le vigne, alcune ormai con più di cinquanta anni, continuano a restituire equilibrio e complessità, segno di una gestione attenta e costante.

Nei prossimi mesi i fratelli Cosmi continueranno a seguire ogni fase dell’affinamento, preparando le nuove annate della linea Convenio e dei blend Alborea e Luperco.

La vendemmia appena conclusa non è solo un risultato agricolo, ma la conferma di una visione: fare vino come atto di cura verso la terra, lontano da mode e da scorciatoie tecniche.

Casale Certosa resta fedele al suo principio fondante: accompagnare la natura, non dominarla. È così che ogni anno, tra i filari di Santa Palomba, si rinnova una storia fatta di lavoro, silenzio e rispetto.